sabato 16 ottobre 2010

"Field target", caccia senza sangue

Settembre e Ottobre è il mese in cui si apre la stagione venatoria e pertanto preannuncia lo sterminio di migliaia di animali selvatici. La mattanza come tutti dovrebbero sapere avviene in modo indiscriminato a tutto ciò che ha vita e non importa se un pettirosso di 25 grammi viene polverizzato da una pallottola da 50 grammi. L’importante è che il cacciatore si possa sentire Dio, capace di scegliere se togliere o meno la vita ad un’altro essere vivente.
Alcuni di questi cacciatori oggi, dopo essersi pentiti hanno deciso di intraprendere una caccia simulata fatta all’aria aperta, che ha come bersaglio sagome di metallo e non animali vivi.
Il successo riscontrato sta auspicando che presto possa diventare a tutti gli effetti uno sport chiamato “FIELD TARGET”
Infatti nel 2011 l’Italia ospiterà il Campionato del mondo con 250 atleti provenienti da più di 27 Paesi.
Nell’intervista al presidente della Federazione field target Italia, Alessandro Signorini ha dichiarato quanto segue:
È un passatempo che rispetta l’ecosistema?
"Sì, le gare non hanno alcun impatto sull’ambiente. Capita spesso che qualche animale selvatico passi con nonchalance mentre miriamo e siamo costretti a interrompere il tiro. Quindi la fauna non si sente affatto minacciata"

Quali differenze e affinità ci sono rispetto alla caccia tradizionale?
"La tecnica non cambia, né il piacere di sparare all’aria aperta. Però non vengono uccisi gli animali e non si usano armi da fuoco ma ad aria compressa."

Voglio concludere dichiarando che l’iniziativa è molto nobile e ammiro anche i cacciatori che si sono pentiti.



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